Master in Tecniche dell’improvvisazione coreutico-musicale

Campus
Sede Centrale - Via dei Greci
Level
Master 1° Livello
Instructor
Vari
Semester
I e II semestre

IL CORSO

Progetto di collaborazione tra il Conservatorio di musica “S. Cecilia”, l’AND  (Accademia Nazionale di Danza Dipartimento Arti Coreutiche) e il MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo per il rilascio di Diplomi Accademici congiunti di Master di 1° livello.

L’Accademia Nazionale di Danza con il suo suggestivo palco all’aperto come il Conservatorio “S. Cecilia” con la Sala Accademica, costituiscono i luoghi della formazione come pure delle proposte di ricerca artistica in campo coreutico e musicale, svincolata dalle logiche del mercato dello spettacolo ma attenta ai fermenti che animano le tendenze creative contemporanee. Dalla ricerca sulla tradizione occidentale e non, alle possibili interferenze con le nuove tecnologie e i linguaggi multimediali, ai fenomeni etnici e locali oggetto  di un interesse in crescendo.

La mancanza all’interno degli Istituti preposti all’Alta Formazione Artistica nella Musica e nella Danza di un percorso congiunto di studio e di ricerca su entrambi i linguaggi, ma anche dei loro contesti storici e socio-antropologici, suggerisce l’urgenza della proposta che segue, in considerazione anche dei possibili risultati che solo in un ambito di studio e ricerca – e non su richieste commissionate, come solitamente avviene quando le due arti vengono accostate in scena – possono riflettere quella onestà investigativa congiunta alla magia di una comunione recuperata.

Improvvisare nella danza così come nella musica significa condividere uno stesso percorso: ascolto e creazione.  Concepire e suonare musica nell’attimo stesso in cui essa nasce e si evolve non è diverso se lo strumento dell’espressione è il corpo. Nell’ambito della musica e della danza cosiddetta popolare questo è ancora più vero, Non si vuole negare una storia in cui la separazione imposta ha generato un’autonoma linguistica arricchendo la struttura grammaticale di ciascuna, tutt’altro: la si vuole mettere in comune per una integrazione consapevole e di rispetto reciproco. E da qui porre le basi per una intesa di vero dialogo creativo e speculativo.

OBIETTIVI

Il Master in I livello nasce dalla volontà di creare delle relazioni tra settori disciplinari diversi i quali, grazie proprio a un’influenza reciproca, stabiliscono un linguaggio comune in grado di generare opere non solo nuove ma innovative, dalla progettualità fino all’esito finale. La collaborazione tra musicisti e danzatori è in grado di stabilire sentieri del ritmo; accelerando/rallentando, l’alternanza suono-silenzio o quella movimento-stasi hanno a che fare con il ritmo. Così come la ripetizione, la reiterazione di una frase o sequenza, l’unisono. Nei casi migliori, la relazione tra musica e danza, il loro accostarsi o contrastarsi, viene stabilito secondo i dettami di una motivazione interiore. Siamo in quel campo che ha portato Giuseppe Bartolucci a parlare di “attraversamenti di specifici e di liberi criteri di ricerca. Sentieri interiori in cui cercare affinità e contiguità, una terra che è insieme luogo del lavoro e del massacro, dove competitività e isolamento, ordine e irregolarità si danno la mano”. Interiori perché intuitivi: nell’invenzione artistica c’è sempre un inizio prerazionale, scelte che, come direbbe Paolo Fabbri, “si fanno a passion veduta”. Si tratta di combinare immagini che sono in questa fase incomunicabili. Gli esiti artistici di questa sperimentazione possono al fine non essere né musica né danza, ma forse qualcosa di più e di meno al tempo stesso.

Di meno perché non ci sono risultati autodefiniti all’interno di una disciplina, di più perché si aprono improvvisi spiragli: si tratta di immaginare nuove connessioni, mettere in relazione musica e danza in modo sorprendente e estendere all’una i processi compositivi dell’altra. Attraverso l’ascolto innanzitutto, non tanto di ciò che si dice ma di chi suona o danza, un ascolto possibile se tutti i sensi sono tesi. Si cerca di fare e di non fare, assecondare o contrastare, occupare o svuotare lo spazio determinando in esso delle direzionalità e degli ostacoli, usare il tempo ed il silenzio. E, lentamente, ecco la costruzione di una forma che si trova per approssimazioni successive, nella ricerca comune.

L’esecuzione delle opere si articolerà in spazi inconsueti, o meglio dire altri, luoghi come le gallerie d’arte o i poli museali. Dal rapporto con questo tipo di spazi, andranno ad attivarsi ulteriori relazione non solamente tra i settori disciplinari di riferimento, quanto tra la performance, il luogo e le opere esposte che quel luogo ospita e conserva. Sarà fin dalla parte progettuale dell’opera, quindi dalle ore da destinarsi alla pratica formativa vera e propria, che andranno quindi a consolidarsi forme di sincretismo delle discipline creative quali danza, musica e arte contemporanea.
L’intento di Cantiere infinito, pertanto, è quello di concepire, quindi comporre in maniera sempre dinamica e sempre “aperta” per dare vita a qualcosa che non sia in-compiuto ma in itinere, ovvero che lasci aperte le promesse all’esito di più approdi.