Sala Accademica

Quando si parla di organi, vengono subito in mente vaste chiese con acustica misticamente riverberante; ma gli organi possono avere altre collocazioni, dalle piccole cappelle fino ad ambienti del tutto diversi (quali salotti privati, Sale di Pubbliche assemblee, Sale da concerti o Auditorium, teatri e finanche palazzi del ghiaccio e edifici per grandi magazzini…). 
L’organo del Conservatorio di Roma, intitolato – non a caso – a Santa Cecilia, può a ragione essere ritenuto uno dei migliori strumenti esistenti in Italia, con una storia interessantissima, e che in origine è stato preso ad esempio per il movimento ceciliano e per tutti gli organi a scopo didattico realizzati nel XX sec.

il Grande Organo Walcker-Tamburini

della Sala Accademica del Conservatorio

Si tratta di uno strumento di eccezionale importanza storica e artistica. Costruito nel 1894 dalla Ditta Walcker, fondata nel 1780 e ancora oggi attiva sulla scena internazionale, venne collaudato da Marco Enrico Bossi, Filippo Capocci e Remigio Renzi. Segretario di Commissione era allora Alessandro Parisotti. Si può quindi ragionevolmente presumere che degli stessi fosse il progetto fonico.
Nei primi anni sessanta l’ organo venne notevolmente ampliato dalla Ditta Tamburini: dai 39 dell’organo Walcker si passò a 83 registri sonori, oltre a tutte le unioni di ottava, super e sub-ottava, per un totale di 123 placchette. Questa volta il progetto fu firmato da una Commissione, presieduta dal Direttore, M° Renato Fasano, e dai docenti Fernando Germani, Ferruccio Vignanelli e Nazario Carlo Bellandi.

Fernando Germani inaugurò il monumentale strumento nel Maggio del 1966, e vi svolse lunghi anni di intensa attività concertistica e didattica nei Corsi del Conservatorio e nei Corsi speciali dell’ Accademia di S. Cecilia, formando intere generazioni di organisti.
Si osservi che il progetto fonico, l’ idea artistica ed estetica che questo strumento testimonia e rappresenta, ad oltre quaranta anni dal suo più recente ampliamento, sono ancora largamente applicati nella realizzazione di grandi organi da concerto.
Non va inoltre dimenticata la funzione didattica che questo strumento consente. Le sue caratteristiche permettono infatti lo studio di un larghissimo repertorio, stili sonori e modalità interpretative che di rado possono trovare così ricca attuazione in un unico strumento.

1894

La Ditta Walcker realizza l’organo, collaudato poi dai Maestri Bossi, Capocci e Renzi

1966

La Ditta Tamburini amplia l’organo da 39 a 83 registri sonori, inaugurato poi da Fernando Germani

2008

Restauro e ammodernamento dell’organo a opera della Ditta Walcker

Non sarà superfluo sottolineare la straordinaria fattura di tutti i componenti, dalla fonica alla manticeria, alle centraline elettromeccaniche, nonché la razionale disposizione dei diversi corpi d’ organo, che fanno di questo strumento un vero capolavoro dell’ arte organaria.
Nel 2008, i lavori di restauro e di ammodernamento – la sostituzione delle vecchie centraline elettromeccaniche 

con le più moderne elettroniche, sono stati affidati alla Ditta Walcker, il cui titolare, Gerhard Walcker-Mayer, che ha personalmente eseguito i lavori insieme con i suoi collaboratori, è il pronipote di Oskar Walcker, che, giovanissimo, montò nel 1894 il primo organo della nostra Sala Accademica.

 

All’attività didattica, arricchita dalle Masterclass del Prof. Ronald Ebrecht (Wesleyan University USA) e del Prof. Ralph Gustafsson (Royal College of Music Stockholm) si è aggiunta una intensa attività concertistica, che vede protagonisti anche i migliori allievi della scuola di Organo e Composizione Organistica: valgano a titolo di esempio l’Emufest – Festival Internazionale di Musica Elettroacustica – e il Festival “Un Organo per Roma“, giunto ormai alla terza edizione.

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